“L’Oratorio o Luogo Pio di San Giuseppe: oltre tre secoli di attività caritativa”
La chiesa di San Giuseppe fu fondata nel 1628 dall’arciprete don Giovanni Maria Santi, parroco di Isola Dovarese, il quale, dettando le sue ultime volontà il 21 novembre 1671, destinava tutte le sue sostanze – costituite da terreni e fabbricati – alla sorella Lucrezia, la quale avrebbe dovuto completare la costruzione della chiesa, e amministrare i beni di essa, i cui proventi dovevano essere impiegati per l’assistenza caritativa a poveri e indigenti della comunità, per l’assegnazione di doti alle giovani e per il mantenimento di un sacerdote che celebrasse una messa quotidiana nella chiesa stessa.
Il patrimonio del “Luogo Pio San Giuseppe” fu successivamente ampliato dal nobile Francesco Antonio Picenardi , figlio di Sforza Picenardi, che aveva ereditato per linea diretta materna l’amministrazione dei beni dell’oratorio. Nel testamento, dettato a Verona nel 1736, Francesco Antonio aveva disposto un lascito di circa centocinquanta pertiche di terra poste il località Cidellara alla Compagnia del Santo Rosario e altri – fra cui la casa detta “Casino dei nobili” – all’oratorio di San Giuseppe, obbligando gli amministratori a svolgere attività caritativa in funzione dei poveri di Isola. Nel corso degli anni altri benefattori intervennero per arricchirne ulteriormente il patrimonio: nel 1844 Giovanni Frosi istituì un legato, così pure nel 1861 Bonaventura Zucchi e Antonio Puerari – che fu sindaco di Isola negli anni dell’Unità d’Italia – nel 1879.
L’amministrazione del Luogo Pio da parte degli eredi di don Giovanni Maria Santi proseguì fino alla metà dell’Ottocento, anche se è testimoniato il tentativo di soppressione da parte del governo napoleonico. La gestione privata scomparve soltanto dopo l’Unificazione dell’Italia: fu infatti soppressa con regio decreto il 31 agosto 1862 e affidata alla Congregazione di Carità di Isola Dovarese. L’anno seguente la Congregazione fondò l’ “Opera Pia Asilo Infantile” che iniziò a svolgere l’attività di assistenza all’infanzia a partire dal gennaio 1864 grazie ai fondi elargiti dal patrimonio dell’Opera Pia San Giuseppe. Dopo l’approvazione dello statuto organico nel 1896, l’Asilo infantile ebbe una gestione separata, comunque sempre retta dalla Congregazione di Carità di Isola. A queste istituzioni si aggiunse nel 1919 la fondazione del “Ricovero per vecchi e malati cronici”. Il Luogo Pio, che agli inizi del Novecento comprendeva oltre all’oratorio di San Giuseppe, l’Asilo Infantile e il Ricovero, dal 1937 fu amministrato dall’Eca fino al 1979 quando fu trasformato in Ipab.
L’oratorio presenta all’esterno una semplice facciata su cui si apre il portone d’ingresso a due battenti in legno a tre pannelli scolpiti; nei due tondi sono scolpiti a bassorilievo momenti della vita di san Giuseppe falegname e di Gesù bambino. L’interno è a una sola navata (12 metri di lunghezza e 12 di larghezza), con pavimento in cotto originale e abside affrescata da Domenico Joli nel 1744, che rappresenta un significativo esempio dell’arte decorativa del secolo XVIII cremonese. Completano l’altare maggiore e le pareti una serie di sette dipinti, attribuibili al pittore Vincenzo Borroni, che raffigurano “fatti della la vita di san Giuseppe. Firmato e datato è invece il grande armadio per paramenti sacri ancora presente in sacrestia, esempio di alto artigianato lignario eseguito nel 1755 dal maestro parmigiano Giovanni Manfredini con l’aiuto di Giovanni Tigoni di Isola Dovarese.
Durante il Risorgimento l’oratorio fu trasformato in ospedale militare provvisorio per i militari feriti durante la Seconda Guerra d’Indipendenza: il 27 giugno 1859 ospitò, infatti, diversi soldati francesi bisognosi di cure, provenienti dal campo di battaglia di Soferino, che non erano in grado di completare il viaggio verso la città di Cremona, trasformata in quartier generale dell’Armata francese di Napoleone III.